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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* SALERNO: SCIOPERO DEI PENALISTI, UDIENZE SALTATE DAL 27 AL 31 OTTOBRE.
Sezioni: PRIMA FILA
Autore Avv. Enrico Tortolani
Data di pubblicazione 29/10/2014

IL MALESSERE DEL FORO, LA PROTESTA DI OGGI LA PUNTA DI UN ICEBERG.
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La Camera Penale Salernitana, riunita in assemblea generale degli iscritti il 24 ottobre scorso, ha confermato l'astensione dalle udienze, già proclamata in una precedente riunione del 9 ottobre, in cui era stato affrontato il problema della regolamentazione delle udienze penali, nel circondario di Salerno.
In quella occasione erano venute fuori le esperienze vissute di tanti avvocati, i quali raccontavano di udienze finite a tarda sera, tra inutili proteste e gravi disagi, sicuramente evitabili solo che si volesse attuare una corretta organizzazione, d'altronde già prevista dal protocollo in vigore, rimasto -però -inapplicato.
Ma cosa dice questo protocollo. In sostanza si tratta di una serie di regole concordate in un tavolo tecnico, costituito nel lontano 2008, cui hanno partecipato magistrati ed avvocati. Regole richiamate e riesaminate nel 2012, su richiesta del Presidente della Corte di Appello, e che hanno formato oggetto anche di una circolare del neo Procuratore della Repubblica, dott. Corrado Lembo, subito dopo il suo recente insediamento.
In quel documento fu concordemente stabilito che le udienze antimeridiane ordinarie non potessero continuare oltre le 14 e 30; mentre quelle pomeridiane, previo accordo, dovessero essere ultimate, al più tardi, entro le 18 e 30. Inoltre furono stabilite regole stringenti per l'ordine di chiamata dei processi, onde evitare inutili attese, anche a testimoni e parti private.
Purtroppo nella dura realtà quotidiana, tutte le buone intenzioni sono state seppellite da esigenze degli uffici di cancelleria, espansione dei ruoli dei giudici monocratici, ed inefficienze varie, provocate anche dall'accorpamento delle sezioni distaccate, dopo la revisione delle circoscrizioni. Insomma, mille buoni motivi per giustificare la mancata applicazione di questo protocollo, che però non convincono gli avvocati penalisti.
Sarebbe però riduttivo comprimere i motivi di quest'ultimo "sciopero" collegandoli solo al protocollo, senza approfondire le ragioni di un malessere, molto profondo, che da qualche anno pervade la classe forense. E' una crisi di sistema che sta sfiancando i professionisti, annullando ogni capacità di resistenza ed adattamento.
Gli Avvocati, e non solo i penalisti, si trovano oggi ad esercitare le attività professionali tra mille difficoltà, anche logistiche.
Tra le tante complicazioni quotidiane, c'è una novità: da qualche giorno è in vigore un nuovo orario di apertura delle cancellerie: in mattinata solo tre ore: dalle 08 e 30, alle 11 e 30, ed il pomeriggio una sola ora dalle 14.00 alle 15.00, dal lunedì al venerdì; mentre il sabato gli uffici sono sostanzialmente off limits, essendo possibile solo il deposito di atti scadenti in giornata.
Quest'ultima articolazione diventa un ostacolo insormontabile per l'avvocato che deve assicurare la presenza in udienza, impossibilitato ad organizzarsi su un orario più o meno preciso della chiamata dei processi, e contemporaneamente svolgere adempimenti nelle cancellerie, con la tagliola dell'ora X.
E poi, qualcuno andrà a verificare se veramente alle 08 e 30 tutti gli uffici sono operativi?
Di fronte a queste difficoltà, è comprensibile che un'infuocata ( quanto partecipata) assemblea voti per lo sciopero, respingendo la mediazione della Presidenza.
" Ho proposto - dice il Presidente della Camera Penale, avv. Silverio Sica - di ridurre l'astensione a due giornate, ma l'Assemblea ha voluto confermare la precedente delibera. Sulla decisione ha pesato molto la constatazione che, nonostante la protesta già in corso, non ci fosse stata alcuna inversione di tendenza: le nostre richieste sono rimaste inascoltate, con le udienze prolungate fino a tarda sera. In queste condizioni - conclude Sica - ogni mediazione diventa difficile, se non impossibile".
E' evidente che la protesta odierna va oltre i motivi denunciati, ed è l'occasione per rivendicazioni più generali, che coinvolgono la dignità e libertà della professione forense, in un sistema giudiziario che vede aggravare, con il passare del tempo, le criticità più volte ed inutilmente evidenziate.
Su questo fronte è impegnato anche il Consiglio dell'Ordine, chiamato ad una duplice funzione, tra obblighi di garanzia e dovere di ascolto delle legittime istanze della base.
Il Presidente del C.O.A. Avv. Americo Montera, sollecitato, risponde: " L'astensione degli avvocati dalle udienze è un momento delicato. Per dovere istituzionale, il C.O.A. è garante della corretta applicazione della normativa in materia, tesa ad assicurare i servizi essenziali. D'altronde il Consiglio intende farsi carico dei problemi di tutti gli Avvocati, non solo dei penalisti. Ed è per questo che abbiamo sollecitato un incontro con i vertici degli uffici giudiziari e le rappresentanze del personale, che si terrà il prossimo 4 novembre. In quella sede saranno affrontati tutti i problemi".
L'Associazione Nazionale Magistrati ha valutato negativamente la decisione sullo sciopero, che ritiene ingiustificata, considerata la dichiarata disponibilità a concordare possibili soluzioni. "L'Anm - dicono concordi il Segretario dott. Indinnimeo ed Presidente Palumbo - ha incontrato il presidente del tribunale il presidente della corte di appello e il procuratore e tutti si sono impegnati all'adozione di decreti sulla priorità nella trattazione dei processi, proprio come richiesto dall'avvocatura e dalla magistratura, in funzione anche della concreta applicazione del protocollo di udienza. Questi decreti saranno in grado di garantire nell'immediato una decisamente più rapida definizione dei processi eliminando il disagio per i cittadini nel loro ruolo di testimoni e per gli avvocati nell'esercizio del diritto di difesa".

Programma fitto, per le prossime settimane. Gli Avvocati aspettano risposte e provvedimenti concreti per l'efficienza del sistema giustizia e l'effettività della giurisdizione. E ciò non per interessi particolari, di categoria, ma per valorizzare le aspettative dei Cittadini, per la tutela dei loro diritti, di cui gli Avvocati, ogni giorno, si fanno carico.


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