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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* LIBERE PROFESSIONI: NUOVE LIBERALIZZAZIONI I VISTA
Sezioni: PRIMA FILA
Autore TRATTO DA LA REPUBBLICA
Data di pubblicazione 04/11/2014
Lun. 3 - Nessuna delle misure è inedita. Dall'apertura di nuove farmacie alla riduzione degli atti oggi affidati in esclusiva ai notai. Dalla consulenza stragiudiziale estesa anche ai non avvocati alla possibilità per gli studi legali di ammettere soci di capitale. Quello che è nuovo, nella lenzuolata di liberalizzazioni su cui da qualche settimana lavora il ministero dello Sviluppo economico, è la decisione con cui il governo sembra procedere. Si sa, Matteo Renzi vuole sbloccare l'Italia e i professionisti, a torto o a ragione, sono dipinti come nemici del cambiamento. Il ministro Federica Guidi, dal canto suo, ha promesso una serie di misure che incentivino «riduzione dei prezzi, pluralità dell'offerta e innovazione». E nel disegno di legge sulla concorrenza, stando alle prime bozze filtrate, sembra aver raccolto molte delle indicazioni arrivate a luglio dall'Antitrust, comprese quelle sulle professioni. Così se notai, avvocati e farmacisti aspettano di leggere il testo definitivo prima di esporsi, sotto traccia già stanno organizzando una resistenza. Che parte dalle aperture alla concorrenza già arrivate negli ultimi mesi: «Il Governo Monti ha abbassato il limite minimo di popolazione per ogni farmacia a 3mila e 300 abitanti: i concorsi straordinari in corso porteranno 2mila 500 nuove insegne», dice Andrea Mandelli, 54 anni, senatore di Forza Italia e presidente della Federazione ordini dei farmacisti italiani. Operatori che si aggiungeranno a parafarmacie e corner della grande distribuzione: «Alla fine avremo 8mila rivendite più della Gran Bretagna - prosegue Mandelli - e già oggi circa 4mila, un quarto del totale, sono in situazione critica dal punto di vista economico». Secondo l'Antitrust, però, domanda e offerta ancora faticano a incontrarsi, così l'Autorità ha proposto di trasformare il tetto massimo alle farmacie in un numero minimo. Un cambio di logica che avrebbe effetti «dirompenti», riconosce in una nota di lavoro il Mise. Le licenze, che oggi valgono cifre a sei zeri, si svaluterebbero, con un danno patrimoniale notevole per chi le possiede. Andrebbe messo a punto un complesso regime transitorio. Più probabile allora che il testo definitivo della legge recepisca un'altra indicazione del Garante: eliminare il limite di quattro farmacie in capo allo stesso soggetto. La difesa dell'autonomia è un principio ribadito dagli avvocati. Tra le proposte di riforma indicate dall'Antitrust c'è infatti l'apertura degli studi legali a soci di capitale, non professionisti, una prospettiva che dal Consiglio nazionale forense definiscono «mercatista», un pericolo per «l'indipendenza degli avvocati rispetto ai poteri forti». Mario Napoli, partner dello studio Pedersoli e associati e presidente dell'ordine degli avvocati di Torino, motiva così: «Banche, assicurazioni e imprese potrebbero far apparire come libera professione il proprio ufficio legale interno». Da parte del governo filtrano proposte di abrogazione dei parametri sul compenso, per quanto solo indicativi, e di obbligo di preventivo, anche se non richiesto dal cliente. «In Italia abbiamo 240mila avvocati, cinque volte quelli della Francia, il livello di competizione è già alto e non si può giocare solo sul prezzo», obietta Napoli. Meno resistenza, invece, dovrebbe incontrare l'apertura della consulenza stragiudiziale anche alle altre professioni: «Già oggi il confine tra il consiglio del commercialista e la consulenza è difficile da tracciare», spiega Silvio Boccalatte, 34 anni, avvocato e ricercatore dell'Istituto Bruno Leoni. E di rimuovere alcuni paletti, nella bozza della legge, si ragiona anche in relazione ai notai. La raccomandazione dell'Antitrust è di superare, nella definizione del numero di sedi per ciascun distretto, il criterio del reddito minimo annuo (50mila euro per onorari) e di trasformare il bacino minimo di abitanti, 7mila, in un numero massimo. Al Consiglio nazionale del notariato bocche cucite, si aspetta la bozza ufficiale. I tecnici del Mise però sanno che la resistenza sarebbe decisa, e che potrebbe trovare sponda al ministero della Giustizia. Un'alternativa allora è già pronta: autorizzare gli altri professionisti a svolgere alcuni dei compiti oggi riservati ai notai. «Soggetti qualificati, come avvocati o commercialisti, potrebbero avere la facoltà di erogare atti fino a una certa cifra, con le relative responsabilità patrimoniali», commenta Boccalatte. ( Fonte Filippo Santelli a repubblica)
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